Egregio Dottor Riccio, mi chiamo Camilla, ho 44 anni e vivo a Napoli. Premesso che intendo prossimamente farmi visitare presso il Suo studio in quanto il Suo nome mi è stato caldeggiato da una Sua paziente di vecchia data, Le scrivo per sottoporLe, in via approssimativa, una problematica che mi sta creando molteplici fastidi. Mi è stato diagnostico un linfedema bilaterale agli arti inferiori causato, secondo la Prof.ssa di chirurgia vascolare che mi segue al II Policlinico, da non corretto appoggio dei piedi e conseguente patologia del rachide ( attualmente con infiammazione alla zona lombare ). Il referto della risonanza magnetica al rachide lombo sacrale riporta " canale vertebrale di dimensioni regolari. Cono midollare in sede senza alterazioni di segnale. Regolari gli spazi intersomatici". Il neurochirurgo che ha visionato il cd della risonanza ha però riscontrato delle protusioni erniarie ed alla visita ha confermato lo scorretto appoggio dei piedi e la forte infiammazione a livello lombare. Al momento utilizzo plantari ortopedici e calze terapeutiche a compressione graduata K2 Gradirei conoscere il Suo parere soprattutto riguardo ad una possibile risoluzione del linfedema che come potrà ben capire mi crea molti disagi. Grazie mille. Cordiali saluti.
Cara Camilla... il linfedema dipende da una difficoltà dei suoi vasi linfatici di portare via dalle estremità la liinfa, che quindi si accumula creando gonfiore, tensione dolorosa e problemi di movimento. Certamente migliorando l'assetto dei piedi e la postura potrà trarne beneficio.
A presto